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Lungo la Via del Sale

Prima parte del sentiero di confine tra Piemonte e Liguria raccordabile con l’itinerario La Via del Mare (pagina seguente)

La Val Curone si attesta da tempi remotissimi quale passaggio obbligato lungo una delle numerosissime “vie del sale” ed accoglie i visitatori primaverili con le ordinate distese dei fiori di pesco che caratterizzano la bassa valle dove regna sovrana la produzione delle pesche di Volpedo.

Inoltrandosi lungo la vallata, il territorio è contrassegnato dalle geometrie lineari dei vigneti tra cui spicca il Timorasso, vitigno autoctono coltivato da tempi immemorabili dal quale si produce un vino bianco corposo dall’aroma complesso. Nell’alta valle le colline diventano più ripide ed i campi coltivati lasciano il posto a fitti boschi, ove grazie ad un particolare microclima, il terreno è ideale per la crescita dei funghi porcini e, soprattutto, dei tartufi bianchi e neri, vera ricchezza di questo territorio. Boschi, pianure, colline, vigneti e frutteti sono la suggestiva cornice di una zona ricca di emergenze storico–artistiche ed è piacevole concedersi una pausa per le stradine del borgo di Volpedo, ammirando piazza Quarto Stato e lo studio di Giuseppe Pellizza, visitare le pievi romaniche di Viguzzolo, di Volpedo, di Fabbrica Curone ed ammirare i castelli medievali ed i resti d’insediamenti fortificati che dominano il territorio: Pozzol Groppo, Brignano Frascata, Montacuto, Dernice, Montemarzino, Fabbrica Curone, San Sebastiano Curone e Gremiasco.

L’itinerario trekking ripercorre le tracce degli antichi mulattieri che transitavano lungo una delle vie del sale che dalla Riviera valicavano l’Appennino per giungere alla Pianura Padana, accompagnati da viandanti, pellegrini e da lunghe carovane di muli che trasportavano, in tutte le stagioni dell’anno, sale, pesci essiccati, olio, cereali.

Il sentiero inizia nei pressi della Colonia Provinciale di Caldirola, ad una quarantina di chilometri da Tortona, ove termina la strada provinciale; dal piazzale posto di fronte alla colonia si imbocca lo sterrato che si inoltra nel bosco, camminando tra alti faggi che rendono il percorso piacevole anche in piena estate. Una faggeta dall’aspetto fiabesco accompagna l’escursionista nel primo tratto per poi lasciare il posto a radure più aperte ricche di mille fioriture multicolori di genziane, orchidee e ranuncoli. Proseguendo, la natura alterna spazi aperti a zone boscate con faggi, maggiociondoli, sorbi degli uccellatori, biancospini, ginepri e lantane in un contesto interamente incontaminato.

Una sosta ristoratrice è offerta dalla Fontana del Butto e, subito dopo una zona prativa, dal Rifugio Ezio Orsi, (mt. 1.397) gestito dal CAI di Tortona. Altra sosta alla Fontana Pessina dopo il rifugio, prima di inerpicarsi tra gli alti faggi alternati a piccole radure. È sufficiente oltrepassare un piccolo stagno ed un ultimo tratto boscoso per sbucare nella zona aperta dei piani dell’Ebro con meravigliose fioriture primaverili ed estive di ranuncoli, ginestrine, fiordalisi alpini e genziane.

Il sentiero arriva in breve sul crinale, svolta a sinistra lungo la recinzione e giunge in cima al Monte Ebro (mt. 1.700), la vetta più elevata della provincia, eccezionale punto panoramico da cui, nelle giornate limpide, si gode di una splendida veduta a 360°, sulle sottostanti Valli Curone e Borbera, per arrivare all’arco alpino e al Mar Ligure.

Difficoltà 2

Lunghezza: 5.00 Km

Durata: 2 ore